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29/03/2011, 19:36

“ACQUA ALTA” E ALTRE QUESTIONI: IL RUGBY ODERZO VUOLE RISPOSTE

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Le foto dicono molto: dicono che basta un po’ di pioggia e il campo si allaga; dicono che l’acqua quando sale copre tutta l’area e a volte arriva negli spogliatoi e nel club; dicono che, ogni volta che succede questo, per noi c’è come minimo un sacco di lavoro da fare per rimettere in ordine le cose. Sempre che non ci siano danni peggiori, come è successo qualche mese fa quando l’acqua ci ha messo fuori uso alcuni elettrodomestici.

Ma le foto non dicono tutto: non dicono che Rugby Oderzo 1970 e Grifoni Rugby Oderzo condividono questa condizione con tante famiglie del vicino quartiere, il cui problema è grave ed urgente quanto il nostro; non dicono che l’“acqua alta” negli ultimi anni si ripete con preoccupante regolarità un paio di volte a stagione e quando si ritira lascia sul campo uno strato di sporcizia sul quale a volte non abbiamo il coraggio di far allenare i ragazzi, specialmente i piccoli; non dicono che da tempo solleviamo il problema della posizione e delle condizioni del nostro campo, sentendoci dare risposte vaghe che cominciamo a sentire come una presa in giro.

Non sappiamo di preciso la ragione per cui la settimana da lunedì 14 a giovedì 17 marzo circa, non era in funzione una delle idrovore che avrebbero dovuto evitare l’allagamento. Abbiamo sentito versioni differenti e non ci è chiaro chi sia precisamente responsabile di quest’ultimo episodio. Sul sito del comune il Sindaco Dalla Libera sottolinea che il progetto per la nuova idrovora ai Paludei è pronto dal 2009 ma non va avanti; sul Gazzettino del 26 marzo il Presidente del Consorzio di Bonifica chiama in causa la Regione per il ritardo, ma a noi il gioco del rimpallo delle responsabilità interessa poco. Il punto è che il problema si ripete da tempo: per questo ci riesce difficile non sentirci autorizzati a chiamare in causa le istituzioni in generale. Un caso è un caso se resta isolato, mentre questa sequenza di “piccoli” disastri comincia a non avere più molto di imprevedibile e inevitabile. Un buon amministratore, a qualsiasi livello, deve essere capace di risolvere i problemi prima che diventino emergenza per i cittadini, cercando di essere previdente e di progettare le soluzioni.

Lo chiediamo civilmente: abbiamo bisogno di risposte. Precise, per favore. Vogliamo che qualcuno ci spieghi cosa si farà da oggi in poi per non trovarci più, noi e i vicini, in queste condizioni. Vorremo saperlo un po’ nel dettaglio, sapere chi si occuperà di studiare le soluzioni e, almeno ad un certo punto, essere consultati e poter dire la nostra. E non deve passare tanto tempo: vogliamo poter dire ai nostri ragazzi, i grandi ma soprattutto i piccoli, che l’anno prossimo potranno giocare su un campo decente. Va bene che i rugbisti sono abituati al fango e non ne hanno paura, ma ci sono materiali ancora più vili del fango, nei quali neanche a noi piace trovarci immersi. 

Cominciamo a non avere più molta fiducia in chi ci ha tenuto in sospeso a lungo dandoci l’impressione di non cercare veramente di venirci incontro, di non darsi da fare davvero per risolvere i problemi. Non sono pregiudizi, è il frutto di diverse delusioni, di parole dette a vuoto. Qualche esempio? Eccone alcuni.

Da tempo diciamo (cfr. Gazzettino 7/7/2010) che ci servono almeno due campi vicini e che un nuovo campo lontano da questo ci costerebbe il doppio quanto a spese di gestione e non ci permetterebbe di andare avanti grazie al solo lavoro volontario, come abbiamo sempre fatto fin qui, eppure ce lo siamo sentiti riproporre anche di recente (gennaio 2011), come se non avessimo detto niente.

Per quasi tre anni abbiamo aspettato la firma della convenzione con il comune per la gestione delle strutture: ne parliamo dall’estate del 2008 e abbiamo fatto pervenire all’amministrazione per tempo e per iscritto le nostre osservazioni e proposte. Ebbene: quando è stata firmata la convenzione? Lo scorso 28 febbraio 2011. Perché questi tempi biblici? Mah: non ci risultano problemi insormontabili. Eppure, quando fanno propaganda, i gruppi di maggioranza in consiglio comunale inseriscono la firma delle convenzioni con le società sportive come uno dei risultati della propria amministrazione (punto 9 del volantino “Consuntivo di 5 anni” di “Oderzo Sicura” e “Cittadini Uniti” – febbraio 2011).

Tra l’altro, la nostra speranza di recuperare almeno in parte l’investimento fatto dalla società per rinnovare gli spogliatoi nell’estate 2009 (circa 15 mila euro di spese vive) con un intervento attuato fondamentalmente grazie all’opera volontaria e gratuita di giocatori, genitori e dirigenti, è stata anch’essa delusa: il Comune, proprietario della struttura, non ci ha riconosciuto il minimo rimborso per le spese sostenute.

Un’altra piccola cosa? La recinzione del campo dal lato delle case di via Donizetti, quella alta che protegge alcune villette dai palloni che escono dal campo, è da tempo in condizioni disastrose: i pali di sostegno sono mangiati dalla ruggine degli anni e rotti alla base: stanno ancora in piedi solo grazie ai tiranti che ne impediscono la caduta. A settembre 2010 gli abitanti del quartiere hanno perfino raccolto delle firme perchè la recinzione fosse rinnovata, giustamente preoccupati anche per i bambini che spesso si trovano nel campo-giochi attrezzato del quartiere, che si trova a fianco del campo di rugby, proprio sotto la recinzione “marcia”. Più volte abbiamo segnalato al comune in via ufficiale che era necessario sostituirla, ma non è successo niente. Finalmente, nel settembre 2010, quando il vento ha abbattuto uno dei pali di sostegno, c’è stato un intervento: gli operai del comune sono venuti e… ne hanno eliminato una parte. Andate a vedere al campo e noterete che la rete alta c’è ancora dalla parte degli spogliatoi ma non c’è più dalla parte di via Donizetti.

Questi sono i motivi della nostra attuale perplessità e sfiducia. C’è sempre la possibilità di mettersi davvero al lavoro e recuperare credibilità, ma è chiaro che il tempo passato e le occasioni sprecate hanno un certo peso. Guardiamo con estremo interesse all’ipotesi, riemersa nei giorni scorsi, di una cittadella dello sport da realizzare nell’area delle vecchie caserme, nella quale gli impianti per il rugby potrebbero trovare uno spazio adeguato, ma anche in questa direzione aspettiamo segnali più precisi che ci confermino che si tratta davvero di un progetto realizzabile. Questa volta vogliamo da chi dialoga con noi impegni precisi e condivisi, e questo vale per tutti.

Ultima modifica: 01/04/2011 alle 17:54

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