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17/04/2011, 18:21

U18: BATTIAMO TRIESTE 27-10 E (PER ORA) SIAMO SECONDI

di Amadeus

"PER SEMPRE GRIFONI NEL CUORE!! FORZA FIOI!!!" Queste le parole di uno striscione a bordocampo che, la mattina del 17 aprile, i giocatori si trovano davanti agli occhi. Una cosa semplice, grandi lettere rosse scritte su uno sfondo bianco e rosso. Una cosa semplice che nasconde una grande, piacevole verità. La verità che non siamo un branco di ragazzi che tre volte alla settimana vanno al campo per passare un po' di tempo; che non siamo mollati lì dai nostri genitori perché siamo loro di impiccio; che quel duro, arido, polveroso campo sul quale giochiamo non è lo specchio del nostro movimento sportivo. La verità è che siamo una piccola, grande comunità, dove tutti conoscono tutti, dove i genitori accompagnano il loro futuro a vederlo giocare e crescere. Dove gli stessi genitori sono una parte fondamentale dell'organismo, fornendo quella base logistica e materiale senza la quale NON esisterebbe questo settore giovanile. La verità che essi stessi sono i nostri primi fan, i nostri primi sostenitori, i nostri primi punti di riferimento: sono l'essenza di questo sport. Infatti, cos'è il rugby, se non c'è nessuno che ti possa sostenere nelle difficoltà, che ti dia l'esempio affinché tu possa seguirlo e aiutarlo quando anche lui ne avrà il bisogno? Cos'è questo magnifico sport, se i concetti base come il sostegno, lo spirito di sacrificio, la collaborazione non vengono trasportati nella vita reale? Il rugby è lo specchio del continuo altalenarsi delle varie fasi della vita: una crescita lenta e costruita può terminare felicemente, oppure essere fatalmente compromessa da un banale errore, così come un'azione può concludersi in meta oppure venire distrutta da un contrattacco avversario. Ecco cosa rappresentano quelle poche parole rosse: tutto il movimento che c'è dietro di noi, tutto il sostegno di chi ci sta vicino, concretizzatosi in uno striscione. Tutta l'anima dei Grifoni di Oderzo, intesi come giocatori e sostenitori. Sostenitori che si sono fatti ben sentire nel big match contro il Trieste, che ci è valso il secondo posto in classifica.

"Lo sentite questo? Lo sentite? Questo è il rumore del nostro campo, è terra, è duro. Io sono dieci anni che mi alleno qui, che vado a terra e mi faccio male. Facciamoglielo sentire anche a loro, quanto è duro il NOSTRO campo! A casa nostra non vinceranno!" Vado a memoria, ma queste sono a grandi linee le parole pronunciate dal nostro capitano prima di entrare sotto l'applauso di una tribuna quasi gremita di persone. Parole che forgiano il nostro pensiero assieme alle più prudenti e razionali raccomandazioni di coach Stefano: "ragazzi, me racomando, aggressivi si, ma soghemo coa testa". Ci siamo mentalmente, ci brucia quella sconfitta all'andata, subita in un momento di crescita della squadra; squadra che però non è la stessa dell'andata. Non tanto per i giocatori schierati e disponibili, quanto per abilità nel gioco: naturalmente possiamo e dobbiamo dare ancora di più, ma sicuramente la squadra messa in campo era nel fisico, nelle mani e nella testa soprattutto molto più preparata. Il quindici iniziale vede alcuni cambi: mentre la prima linea rimane confermata, con Manuel, Sancho e Greg a formare la diga lì davanti, in seconda linea, a causa dell’infortunio che costringe Ale a rimanere fuori per un po’, accanto a Carrer viene messo Leo "Dusautoir" Ragazzon - chiamato così per l'evidente somiglianza con il capitano della nazionale francese, tranne che per il sopracciglio -, mentre in terza ritrova posto Vetto accanto a Giuggiola numero otto e Red. Ormai solita coppia di mediani, con Cesco a guidare gli avanti e Enrico i tre quarti composti da Berti e Foltro alle ali e il duo Battistella in mezzo. Solitario modello di sangue freddo, troviamo ancora Nicolò con la maglia numero 15. A disposizione, pronti a entrare per dare il massimo contributo possibile, Lorenzo, Amadeus, Nicolas, Gabri e l'infortunato Ale Buosi, giunto come sostegno e aiuto alla squadra.

I Grifoni partono subito bene con una meta di Gregory sugli sviluppi di un'azione che ci fa segnare in bandierina dopo la carica del nostro trattore; non riuscita la trasformazione a causa dell'elevata angolazione. Il Trieste però reagisce subito con veemenza, pressa molto quando abbiamo la palla e gioca alla mano con due centri e un estremo molto forti e abili alla mano procurandosi due-tre buone occasioni non sfruttate per errori alla mano e, in un caso, per un bel salvataggio in extremis della difesa. Però anche l'Oderzo si fa sentire, e arriviamo a un soffio dalla meta, resa sfortunatamente impossibile da un sottomano non riuscito di Giuggiola partito da mischia. Le occasioni comunque continuano e, dopo una delle prime e numerose penetrazioni di Mirco nella linea dei tre quarti avversaria, Cesco giunge in sostegno e schiaccia in meta, che però non viene trasformata. Prima della fine del tempo c'è lo spazio anche per un altra segnatura, questa volta a carico del nostro razzo Enrico Berti che riesce a non uscire dalla linea di touche e a marcare la meta del 15 a zero, e per numerosi azioni da ambo le parti che però non riescono a concretizzarsi. Finisce un primo tempo abbastanza buono con i Grifoni in vantaggio, ma con il Trieste sempre propositivo e pericoloso in attacco, che riuscirà a segnare nella ripresa. Ripresa che viene iniziata da un'altra meta di Gregory, ma subito messa in discussione dalla prima meta giuliana, pochi attimi dopo la nostra ultima marcatura. I grifoni però non demordono e Nicolò si fa vedere con uno splendido assolo partito da metà campo e conclusosi, dopo numerose finte di passaggio e cambi di passo, dietro i pali; Termine trasforma. Entrano in sequenza i cambi: prima Amadeus per Vetto, poi Gabri per Manuel, infine Nicolas per Leo e Lorenzo per Carrer. Dopo pochi attimi Red si prende un giallo per placcaggio in ritardo. L'ultimo sussulto della squadra ospite si ha con una loro buona penetrazione che porta alla segnatura in mezzo ai pali. La battaglia è vinta, con essa il secondo posto. E la possibilità, tutt'altro che recondita (anche se la strada è ancora molto difficile), di arrivare in cima alla vetta.

 

Ultima modifica: 21/04/2011 alle 10:51

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