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03/08/2011, 11:27

PRIMA DI PRENDERCI A PUGNI PER ACCADEMIE E FRANCHIGIE, PENSIAMO AI CAMPI

di Enrico Borra

"l'opinione" di Enrico Borra, direttore di "lameta", prende spunto dalla nostra situazione per una riflessione più generale sul problema degli impianti per il rugby di base.

Senza campi a rugby non si gioca. Senza campi non ci sono giocatori e quindi potenziali talenti in grado di entusiasmare una piazza e far crescere il movimento. Insomma, senza campi il rugby muore. Mi stupisce e non poco che in un' epoca in cui lo scontro FIR-club sembra vertere sempre e solo sull'alto livello, ci si imbatta in questi casi. Per assurdo quella dell'Oderzo è una situazione grave ma non gravissima, perché i veneti il campo almeno ce I 'hanno. Pensate alle battaglie recenti del Rugby Como o delle Crete Senesi, che il campo nemmeno ce l'avevano e oggi magari sono costretti a condividerlo con altre realtà di altri sport. Insomma, in questo senso sarebbe il caso che la FIR, che per la cronaca negli ultimi anni ha fatto molto per aiutare le società in materia di impianti, si adottasse di un organo "ad hoc" in grado di fare pressione sulle istituzioni locali per aiutare i club, anche i più piccoli, a ottenere le strutture che le stesse istituzioni dovrebbero garantire loro. Una sorta di piccola task force capace di aiutare e sostenere i dirigenti dei tanti club amatoriali che impreziosiscono il movimento italiano a far sentire la propria voce nelle sedi opportune per assicurarsi una casa degna di tale nome.

Ultima modifica: 03/08/2011 alle 11:33

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